5
– ALL’INFINITO
Per sempre tu:
nome gridato
mille volte al vento,
fiume di pianto,
soffocato lamento,
lampo,
folgore improvvisa
che scendi abbagliante
squarciando la notte oscura;
silenzio,
tremore lontano,
brivido freddo
poi calma, sereno nulla.
Paura,
veloce moltitudine
che avanzi cavalcando
cadendo perduta nel vuoto,
fuoco, implacabile fiamma
che bruci crudele
questa povera, piccola anima;
muro di nebbia
contro il quale si infrangono
divenendo polvere
sogni, speranze, illusioni.
Miraggio,
immagine astratta
della felicità perduta
ma sempre cercata,
guida sicura
dentro l’ignoto,
mano tesa
che stringo forte invano;
sola certezza
nell’oceano dei dubbi,
limpida fonte
nel grande deserto.
Guardami, parlami,
donami aiuto e perdono;
guidami, ascoltami,
oppure cacciami e uccidimi.
Senza di te il buio, il freddo,
il nulla, la nebbia e l’arsura
distruggono il mondo,
e nel mondo io mi perdo.
Sarà
forse follia
la dittatura del cuore,
sarà forse follia
il bene sovrano;
ma quale saggezza, quale sapienza
produrrà vita glaciale,
anima di pietra
che ragione sorregga?
Dolce annegare,
inconsapevolmente,
nell’immensità profonda
del tuo piccolo mare;
dolce smarrirsi
tra melliflui effluvi
immerso nell’estasi suprema
del tuo sguardo divino.
Dolce sognare,
sognare all’infinito
senza mai svegliarsi,
sognare all’infinito
per non vedere,
sognare all’infinito
per non sentire,
sognare all’infinito
per non capire,
sognare all’infinito
per non morire.