7
- LA FINE
Taci,
ardente fornace del male
di fiamme, lamenti,
d’umane angosce fonte.
Mai più
libero volo,
mai più limpido aere;
semmai dolore, supplizio,
angoscia d’atroce tormento.
Giunto è
ormai giorno
d’implacabile giudizio;
sale straziante urlo abissale
che copre tumulto di niente.
Ch’immeritevole
usurpa
sì nobile appello
divora, consuma, cancella
la notte più nera.
Voce recondita
d’astro glaciale
soffia di morte la vita,
lenta la luce trasfonde
in orrido buio spettrale.
Giunta è
ormai fine
di giorno d’inutile cuore,
esploso incosciente nel cosmo
di piccolo, splendido fiore.