5 – AURIFERA

Forse che tu ritorni
d’allegre opre piena
com’acqua giunge al mare
che generolla antico?

Speranza, lenti inganni
di nobile mattino,
che l’aere serotino
cancella come il dì.

Consuma il cor dannato
la linfa dolceamara,
libando in fredda notte
caldo sapor di morte.

Soffrir oltraggio, strazio
s’avanza oltre misura,
e l’animo sincero
rinchiude ampia catena.

A me pietade porgi,
raggio di luna piena,
divin vago conforto
concedi al mio dolore.

S’apre sepolcro adorno
di luce, fronde, fiori,
di foco ch'arde e cinge
tiranno l’alma mia.

Rapido cammino
conduce al ciglio ardente
mirando stella cadente,
aurora di mia perla.

Arida sorgente
di vita il tuo sorriso,
com’arbor solitario
solingo nel deserto.

Notte di tempesta
annuncia primavera,
scende la lieta speme
che mesto oblio ridesta.

Chiara dolcezza
tempo lento porta,
ombre di pianto incerto
vento di là strascina.

Di vanità perdono
al mio pensier ammetti,
com’aura che trapassa
coperta di sospiri.

Aurea tua beltade
lo spirto mio diletta,
regala il dolce viso
gioia di paradiso.

Giunge Amor leggero
di rose adorno il volto,
indomita natura
sconvolge il mio pensiero.

Ravviva solo un poco
misero morente,
concedi a notte ardente
lapilli del tuo fuoco!